CONOSCERE PER NON SBAGLIARE
Articolo a cura di Serena Rustichelli.
Le notizie false, più comunemente conosciute come fake news sono sempre più diffuse ed incappare in esse è ad oggi molto semplice, ed è proprio su questo tema centrale che gli avvocati dello studio Hogan Lovells di Roma hanno tenuto una lezione per noi giovani giornalisti.
Il primo argomento trattato è stata la distinzione tra fake news e post-verità.
Le fake news toccano temi di grande interesse, descrivono eventi straordinari e di solito lo fanno tramite l’utilizzo di titoli “acchiappaclick” e usando toni drammatici e sensazionali, dando origine a diminuzione del senso critico e del senso di responsabilità.
La parte più interessante, anche se la più difficile da applicare per noi “piccola redazione” è stata quella riguardante la legislazione da applicare alle testate online.
La prima è una legge applicata in Germania dal 1 gennaio 2018 grazie alla quale le persone offese sui social network possono rivolgersi alle autorità per ottenere i dati identificativi del soggetto che diffonde con conseguenti sanzioni per l’autore e per la piattaforma, in rapporto con il suo fatturato.
La legge pone delle limitazioni al comportamento da tenere sui social ma non può diventare una forma di censura anche per il fatto che viene applicata solo ai social network con più di due milioni di utenti.
In Italia, per sconfiggere le fake news sono passate al Senato diverse leggi per prevenire la manipolazione dell’informazione online, tra cui si trovano gli articoli 656-bis e 256-bis, quest’ultimo disegno di legge non è mai diventato reale, rispetto ad articoli già presenti come l’art. 595 (diffamazione aggravata) e l’art. 658 c.p. (procurato allarme) nel caso di un allarme presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio con arresti e pene, nel primo caso da 6 mesi a 3 anni e fino a 516 euro di multa e nel secondo caso un arresto fino a 6 mesi ed un’ammenda fino a 516 euro.
Coinvolta è anche la privacy, la sfera personale che comprende domicilio e corrispondenza, e i dati personali (informazione di una persona identificata o identificabile).
Oggi la privacy non è solo qualcosa di personale ma un rapporto interpersonale, infatti non basta, in caso di condivisione sui social o tra persone, condividere, ma bisogna anche chiedere il consenso.
Da oggi saremo “giornalisti” ma anche utenti più consapevoli.