È possibile salvare il mondo dai cambiamenti climatici?
Gli studenti in piazza contro le politiche dei governi attuali
Il Climate Strike è un evento mondiale nato da Greta Eleonora Thunberg Ernman, una ragazza svedese di soli sedici anni, e già un’attivista per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. La giovane è nota per le sue manifestazioni regolari tenute davanti al Riksdag, il parlamento svedese, e oggi il suo movimento comprende oltre 1000 città e 89 paesi.
Anche in Italia ha avuto un forte riscontro (l’iniziativa punta a diventare un appuntamento fisso, proprio come quello di Greta) grazie al quale è riuscita a catturare l’attenzione di molte persone che stanno rispondendo al suo appello scendendo in piazza ogni venerdì.
Chi combatte per il nostro futuro?
La protesta si è diffusa in Italia, come in tutto il mondo, anche grazie ai gruppi che raccolgono centinaia di persone, con l’obiettivo di salvare il pianeta e ai social network con relativi hashtags: il più famoso è #Fridaysforfuture.
La mappa mondiale presente sul sito fridaysforfuture.org mette in evidenza la diffusione omogenea di eventi di protesta in tutta la penisola italiana, senza particolari distinzioni tra meridione e settentrione.
Il 15 marzo si è tenuto il primo climatestrike e circa 180 città italiane hanno aderito allo sciopero, che ha visto la partecipazione attiva da parte di moltissimi ragazzi e ragazze di tutte le età. Questa manifestazione viene considerata la più grande iniziativa studentesca riguardante i cambiamenti climatici.
I giovani di tutto il mondo chiedono ai governi di attivare programmi seri ed efficaci per iniziare ad utilizzare energia pulita al 100% e quindi, fare il possibile per fermare il riscaldamento globale.
Questa è una richiesta per un futuro sicuro da parte dei giovani che non vogliono rimanere con le mani in mano, ma agire e trovare una soluzione al più presto dato che si stima rimangano solo 12 anni per provare a fermare questo problema e quindi il momento di agire è ora.