Aggressione sul filo della civiltà
Di David Porcari
E’ già la seconda volta in meno di un anno che gli studenti del liceo Benedetto da Norcia denunciano aggressioni da parte di altri studenti del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile vicina a Casapound. Quella del 20 febbraio è stata anche oggetto di un incontro organizzato dal Municipio V, lo scorso 22 marzo, in cui sono stati invitati gli studenti del liceo che ha denunciato le aggressioni. Emiliano Rossi, quasi 18 anni e rappresentante di istituto da 3, racconta.
Cosa accadde quella mattina?
“Davanti l’istituto volantinavano ragazzi appartenenti al Blocco studentesco. Si tratta di ragazzi più grandi, sui vent’anni, insomma. Era da poco suonata la campanella. Uno dei nostri studenti ha accettato il volantino, ma siccome non era interessato, lo ha piegato per metterlo in tasca. Questo ha fatto innervosire i ragazzi di Blocco Studentesco che lo hanno ripreso e gli hanno detto: “guarda, perché stai facendo questo, come ti sei permesso, spiegaci perché l’hai messo in tasca”. Lui, stranito da questa presa di posizione da parte loro, gli ha risposto e loro gli hanno alzato le mani. Gli hanno spaccato il labbro poi è intervenuta un’altra ragazza per cercare di sedare gli animi. È stata spintonata e gettata in terra… insomma una brutta brutta storia”.
Dura la condanna delle istituzioni. All’incontro in Municipio è stato ribadito che “la scuola è il posto dove si fanno amicizie, dove si impara, dove ci si sente liberi, è un riferimento proprio per i giovani. A scuola dove ci si forma come cittadini. I ragazzi devono riappropriarsi dello stato perché lo stato siamo noi “, queste le parole dell’assessore alle politiche scolastiche Maria Elena Mammarella. Condanna sul sito dell’istituto Benedetto da Norcia. “Un episodio di inqualificabile violenza che colpisce la scuola, la cultura, l’istruzione, tutti valori che sono in netta contrapposizione all’uso della forza, all’uso dell’intimidazione e allo squadrismo di chiara marca fascista […]”, si legge.
E a maggio dell’anno scorso?
“Il modus operandi è più o meno sempre lo stesso. Cercano di individuare le vittime sempre quando sono in minoranza, come l’anno scorso. Aspettano che rimangano fuori dei piccoli gruppi formati da 1-2-3 ragazzi per accerchiarli e cercare uno scontro perché poi è quello che loro vogliono”.
Una cosa che si dice del vostro istituto è che in qualche modo gli studenti si sentono obbligati ad essere di sinistra. E’ vero?
“Il quartiere Centocelle è storicamente di sinistra. Questo non vuol dire però che la scuola debba essere tutta di sinistra. Nell’istituto si può portare avanti un dialogo costruttivo e pacifico su quella che è la politica. Statisticamente l’utenza può essere schierata più a sinistra, ma la scuola non si può definire come appartenente ad un partito politico.
E secondo te, allora, perché circola questa voce?
“Non so dirti. Certo è che il Benedetto da Norcia è una scuola che quest’anno ha fatto anche 50 anni, che si trova in un quartiere che è storicamente di sinistra come Centocelle, questo però non significa molto, perché noi siamo molto fortunati da questo punto di vista: davvero abbiamo un clima più che disteso all’interno del nostro istituto, un clima che permette, quando entrambe le parti ne sono in grado, di portare avanti davvero un dialogo costruttivo e pacifico su quella che è la politica. Quindi – e penso di poterlo dire perché insomma è da 3 anni faccio il rappresentante d’istituto – non penso di vivere tutti i giorni in una situazione nella quale se sei di sinistra vai avanti o se sei di destra rimani indietro quindi vieni escluso dagli altri. Assolutamente no. Poi chiaramente se dobbiamo fare un discorso di statistica è chiaro che l’utenza è per tantissimi motivi diciamo nettamente schierata a sinistra, questo è indubbio. Però questo non significa che siamo un scuola ideologica, diciamo così, siamo veramente una scuola molto laica (passami il termine che solitamente viene utilizzato per la religione ma che in questo caso utilizzo per la politica). Una scuola che spinge tanto per il confronto. Quindi penso davvero che questa voce, diciamo così, sia infondata, non c’è alcuna preminenza di chissà quale ideologia o men che meno di chissà quale partito, tant’è che nessuno di noi rappresentanti d’istituto è legato ad un partito politico che sia esso giovanile o meno”.